Generalmente quando si pensa alla sposa si associa il colore bianco del suo abito ma è anche vero che, nel corso degli ultimi anni, le cose stanno cambiando…

Ma qual è la storia, la tradizione, le usanze legate a questo importante abito? Scopriamole insieme.

Prima di tutto torniamo al colore per eccellenza, il bianco.
La tradizione nel mondo occidentale dice che questo colore simboleggia purezza e verginità della sposa ma, nell’ultimo decennio, questa visione è cambiata molto velocemente se sempre più novelle spose decidono di uscire dagli schemi scegliendo colori alternativi.

Da quando esiste la civiltà come noi la conosciamo esiste il rito del matrimonio e la sposa ha sempre seguito precisi rituali tra cui la scelta di indossare un abito esclusivo per questa cerimonia.
Attualmente l’abito da sposa rappresenta la personalità, la moda o i gusti personali della donna che lo indosserà mentre in passato aveva un preciso significato.

Ad esempio, nell’antica Grecia l’abito da sposa delle ragazza era una tunica in lino bianco adornata da una cintura realizzata con cordoni e come unico gioiello una corona di mirto tra i capelli.
Nella Roma Imperiale la novella sposa indossava anch’essa una tunica bianca che, a differenza dei Greci, veniva donata dai genitori come tributo al Dio della fertilità. Mantello e calzari giallo zafferano completavano il modo di vestire.
Le cose cambiano nel Medioevo quando, dopo una partenza con vesti sobrie, si passò ad abiti lunghi e colorati, generalmente il rosso, colore simbolo dell’amore, ritenuto propiziatore per le nascite.

Il primo abito da sposa bianco, storicamente documentato, è quello indossato dalla principessa Filippa, figlia di Enrico IV d’Inghilterra nel 1406,  indossato in occasione della cerimonia con il futuro re di Norvegia, Svezia e Danimarca.

Successivamente le mode cambiarono l’abito da sposa, passando dal corpetto del Rinascimento allo strascico nel XVI secolo come simbolo di potere.
La sua lunghezza e lavorazione era maggiore se la sposa proveniva da una famiglia ricca e prestigiosa.

Con Giuseppina Bonaparte, dopo la rivoluzione francese, prese copro lo stile Impero con linee semplici e gonne morbide con tinte delicate dovute soprattutto al blocco alle importazioni di stoffe colori imposto dall’imperatore Napoleone.

Il bianco si impose definitivamente come “colore” delle spose solo con la Regina Vittoria nel 1840 quando, in occasione delle sue nozze con Alberto di Sassonia, indossò un abito di questo colore disobbedendo così alla tradizione reale di indossare un abito color argento.

Lo sdoganamento ufficiale di questo colore avvenne anche grazie al riconoscimento del dogma dell’Immacolata Concezione da parte della Chiesa e del messaggio in esso contenuto, la purezza.

Arrivando ai giorni nostri e passando dai primi anni del novecento gli abiti nuziali cambiarono aspetto per via delle mode e, a parte la parentesi a cavallo delle due guerre mondiali , dove naturalmente l’essenzialità la faceva da padrone, durante il boom economico si tornò alla ricercatezza ed alla sfarzosità fin ad arrivare ai giorni nostri.

Anche se ora il simbolo della purezza è stato sdoganato, il colore bianco rappresenta ancora la scelta più tradizionale.